Pastorale Giovanile




E dopo la pausa… si ricomincia… dal 1960.
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L’Azione Cattolica si può definire una scuola di qualificazione per la difesa e la diffusione dei principii cristiani e del costume cristiano.
Tende ad agire fuori di sé, intorno a sé, al di là del proprio circolo chiuso.
Tende alla comunità.
Tende alla vita del nostro tempo.
Tende ai bisogni dei nostri ambienti; da parrocchiale si trasforma in sociale.
Tende alla carità. E perciò chi s’immagina che l’Azione Cattolica consista in piccoli gruppi di persone sequestrate dal mondo, immunizzate dai contatti esterni, quiete e tranquille perché sottratte alla tempestosa problematica del nostro mondo, non ha di essa un concetto esatto, e le toglie il distintivo più glorioso, anche se pericoloso, di militante. L’Azione Cattolica deve (…) conoscere, discutere, puntualizzare questioni vive e pratiche; deve allenarsi alla chiarezza di idee, all’affermazione, alla testimonianza.
E’ una milizia spirituale, ma non astratta e irreale.
E’ un vincolo di fedeltà e di amore a Cristo e alla sua Chiesa. E’ una forza. Se no, che cos’è?
Paolo VI (21 febbraio 1960)
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…Ci piace di ravvisare nell’Azione Cattolica lo strumento rigeneratore della comunità cristiana. Per il suo spirito: essa esige, sì, una perfezione individuale non mai di sé soddisfatta; ma crea, educa ed applica questa perfezione alla carità collettiva, che immediatamente circonda chi è membro dell’Azione Cattolica; essa è amore del prossimo in pieno esercizio.
Per la sua assiduità al centro della comunità; per la sua adesione senza riserve alla professione cattolica; per la molteplicità di relazioni spirituali, cordiali e operative che suscita nel popolo fedele; per la coscienza e il dovere di solidarietà che gli infonde, e che tende a farne un cuor solo ed un’anima sola.

…L’Azione Cattolica diventa in tal modo la scuola della coscienza cristiana comunitaria. Le nostre Parrocchie lo sanno; gli ambienti specializzati dove essa riesce ad affermarsi, lo sperimentano. Perché l’Azione Cattolica educa, fino dalle prime soglie dell’iniziazione dei suoi Soci, a << capire la Chiesa>>, a vivere la Chiesa, nella ancor vaga ma già inebriante intuizione del suo interiore mistero. Egli, il socio, comprende, condivide, compatisce, conforta, lavora; appunto perché è militante dell’ Azione Cattolica. Non è estraneo, non è disimpegnato, non è passivo. Preferisce apparire un umile soldato, che un raffinato dialettico. Ama, paga di persona, soffre. E così in due, in quattro, in otto, in molti.

…Scuola di verità, palestra di carità, l’Azione Cattolica vuole educare fedeli solidi e perseveranti, e preparare cittadini allenati alla società positiva. E’ una buona formula. Non è superata. Non è esaurita. Non è fossilizzata. I cattolici, che vogliono essere fieri di questo nome, la possono, la devono far propria. Per questo poniamo in essa affezione e fiducia, e su di essa imploriamo l’animatore fuoco divino.
Paolo VI (25 gennaio 1961)
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Solo un Santo può esprimersi così. Solo un Santo può toccare il cuore dell’uomo così. Parole che sembrano gesti, come se ti volessero abbracciare per dirti ti voglio bene, tu vali, il mondo è felice che tu ci sia. Ne sento quasi il calore addosso.
ORA TOCCA A NOI
Buon cammino a tutti.
La Vergine Maria ci protegga e ci accompagni.